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540 | Scola della Patienza |
re, che i miei parenti mi diano molestia? Che m’insultino quelli, a’ quali hò fatto tanti beneficij? Che mi tratti a questo modo un padrone, a cui hò servito tanti anni, e tanto fedelmente? Di questa maniera mi hanno a conculcare fino i schiavi, e i più vili huomini, che si trovino? Chi lo potrà mai comportare? O come sei semplice, il mio galant’huomo, ò come sei goffo? Non sai ancora i primi principij di questa sacra Scuola? Non sai tù, che non è vero patiente, chi non vuol patire se non quanto gli pare? Una tale eccettione non si sopporta nella Scuola della Patienza. Non ti lasciar scappar mai più di bocca queste parole: Sopporterò questa cosa, ma non da questo, ò quell’altro condiscepolo. Hai da sopportare quello, che t’assegnarà il maestro.
Si costuma nelle scuole far al-