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Parte II. Cap. VI. | 541 |
cuni de’ scolari, Decorioni, i quali habbiano una certa potestà, e imperio con gl’altri della loro decuria. Che se per sorte si trova qualche scolare più de gl’altri contumace, che non voglia recitare col suo Decurione, ò a lui dar il latino; subito il maestro con serietà gli dice: E che hai superbetto? Che vuoi alzar cimiera ne? Hor hora ti farò calar l’orgoglio: Recita con questo tuo condiscepolo, e dà il tuo latino a lui; altrimente io ti darò un buon castigo.
Nella Scuola della Patienza ritenendo Christo la medesima usanza, vuole che uno sia soggetto all’altro; e che uno sia castigato dall’altro, ma però secondo ch’egli giudicarà doversi fare. Quivi noi altri superbuzzi ci sogliam servire di molte eccettioni: Vogliamo recitare, ma non con questo; vogliamo dar il latino ma non a questo, vogliamo essere corretti,