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Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/778

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752 Scola della Patienza

re sete quello, che mi fate forte, e siete il mio rifugio. Quoniam tu es patientiam mea, Domine, Domine spes mea a iuventute mea. Voi sete la mia patienza, e la mia speranza fin dalla mia gioventù. Spartiamo dunque Signor mio trà di noi gli officij: Io non anderò mai sottrahendo nè mè, nè le cose mie dalla Croce: E voi datemi patienza per sopportarla. Perche io sò molto bene, che voi ci mandate l’avversità per essercitar con quelle la patienza nostra, e per accender in noi una gran confidanza verso di voi. Adunque Signor mio, Pone me iuxta te, et cuius manus pugnet contra me.n Mettetemi pure alla vostra spalla, e venga chi vuole a combattere meco. Già io non temo più alcuna Croce, nè hò paura d’alcun nemico: perche voi siete la patienza mia.

a Cardan. l. 18. de Subt. b Virg. elog. 9. in fin. c Senec. l. de tran-