Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Parte III. Cap. V. | 767 |
in ruina me; Ne mai il possedei altrimente che se io l’havessi havuto sempre a perdere: E Dio volesse, che con esso havessi perduto ancora l’avaritia.
Ma che dirò, s’io son povero? Io sò, che il vitio non stà nella povertà; procurarò dunque, che ne anche stia nel povero.
Mà se io hò perduto la vista? La cecità è una parte dell’Innocenza.
E se hò perduto un’amico? Ne cercarò un altro, e in luogo dove lo possa trovare: i migliori amici, che si possino trovare stanno in Cielo, e la sù n’haveremo quanti, e come li vorremo.
E se l’invidia altrui mi preme? E chi è quello, che se ne vada esente da questa peste? Se non è qualche persona infelicissima, a cui pochi sono, che sogliono portar invidia.
Ma s’io hò perduto il favore