Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/100

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Ah, vendicarsi di loro, obbligarli a dare il denaro per tornare in Italia! Ma come?... Egli aveva in consegna le cartoline illustrate, ma la nonna le contava regolarmente ogni sera e registrava le vendite, eppoi Nennè non voleva a nessun costo imbrogliare la nonna. Bisognava trovare altro.... altro.

Fulmineamente, gli attraversò la mente il ricordo di certi ragazzi di Messina, gemelli, Antonico e Fifillo Gargiù, custodi di un piccolo santuario sul lido, che vendevano ai forestieri minuscoli pezzetti d'unghia accuratamente condizionati battezzandola per l'unghia di San Criseldo, unghia miracolosa cui bastava accostare le labbra per guarire il mal di denti. Ed avevano fatto fortuna, quei due, e in pochi anni avevano comperato un campo e una casetta, senza far male a nessuno, senza rubare.... Tutti li rispettavano nell'isola, e le madri li citavano ai figli come modelli di ingegnosa saggezza....

Se anch'egli avesse potuto avere una reliquia!... Inventarla.... fabbricarla.... per ottenere da quella gente ricca che veniva da tanto lontano, per cui pochi marchi non erano nulla, il misero prezzo d'un biglietto di terza classe per la sua Sicilia!...

Una voce stridula chiamò dall'alto:

— Hans!

Qualcuno passando pestò la coda di Wagner, e Frau Minna e Frau Elsa, l'una grande grande e grossa, l'altra piccola piccola e magra, entrambe armate di un identico verde cappellino