Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/103

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dames?... quelque chose de très rare?... quelques poils de sa barbe?...»

— «Aho?!...»

Tutti abboccavano all'amo, ed i marchi piovevano: le signore, specialmente, facevano pazzie per quelle scatoline e partivano raggianti di gioia pregustando già l'ammirazione e l'invidia delle amiche collezioniste, al loro ritorno a New York o a Rio.

— Sono contenti, — pensava Nennè mentre li guardava allontanarsi tronfi e pettoruti come fossero i padroni del mondo. — Sono sempre gli stessi che comprano le unghie di San Criseldo.

Ma bisognava affrettarsi. La cosa poteva venire scoperta; la nonna avere dei dispiaceri. Povera vecchia nonna tradita! Ella ringraziava ogni sera Nennè:

— «Tu es très pon», — gli diceva con affetto. E poi, guardando il gatto: — «Wagner va tomper malate: il perd tout son boil». — E il rimorso addentava il cuore del fanciullo.

Bisognava affrettarsi, partire, racimolar presto la somma necessaria. Il pericolo era sul suo capo come una spada sempre balenante.

Un giorno un signore che a Nennè pareva d'aver già visto altrove — forse a Messina guidando un cab?....- un gran signore, rosso, calvo, poderoso, sprezzante, gli aveva detto fissandolo con un grosso riso:

— «Est-ce qu'il avait la barbe très longue, ce Dürer?... Ah ah!...» — e gli aveva gettato cinque marchi, ma aveva respinto la scatolina.