Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/214

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e di vaniglia, e mentre il treno si muove, sventola il fazzoletto e fa gran gesti di saluto e d'augurio.

Torna solo. Trova la casa deserta.

Non si guarda intorno. Non sente il silenzio. Non è triste. Non è stanco.

Sale allegramente le scale del granaio. Ridiscende portando la culla, il panchettino.

Rimette tutto al posto antico: la culla presso al letto di Elena, presso allo scrittoio di Carlo il panchettino. Allinea i due sassi, il pupazzo senza testa.

Poi va a rintanarsi nella solita sua nicchia, nel più fitto della vite selvatica, colle spalle alla porta della vecchia casa, ed aspetta.

Asolo: da Sant'Anna.

N. d. A. Di guardia ritrae, per quanto riguarda gli episodi patriottici, una pagina di storia vera vissuta dalla mia famiglia. Valerio e Carlo Bianchetti, mio padre e mio zio; la Signora pallida la N. D. Paolina Radonich Bianchetti, la mia nonna. Alla loro memoria questa novella è dedicata.