Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/28

Da Wikisource.

sapete! Sono seccato, annoiato del mio viaggio, questo, sì. Ma per Rosa! Ella è un tale splendore, una così bella creatura.... Io non ho mai visto una donna più bella, più completa.... E sì che me ne intendo di donne! — rise egli, ammiccando cogli occhi lucidi e un po' velati egli uomini che la sensualità tiene come un giogo. — ....E con tutto ciò di una dolcezza, di una sommissione, di una docilità....quale Dio fece, insomma! Ella è ancora la schiava davanti al padrone, la Griselda boccaccesca....

— Per carità, non vi metterete mica a fare il Gualtieri!

— Non c'è pericolo, mi piace troppo. Ah, bisogna venire in campagna per pescare donne simili! In città se n'è perduto lo stampo, e da un pezzo, amico mio!... Del resto anche come educazione, in questi venti giorni ha fatto miracoli. Vedrete.

Il tempo si era rasserenato. La villa Novelli appariva già, bianca nel folto degli alberi, col suo cornicione barocco e le statue rappresentanti fauni e deità disposte ad intervalli regolari lungo il muro del giardino. Era una villa vasta, di puro stile secentesco, col doppio giro di mura all'intorno, e un mirabile cancello in ferro battuto sormontato dallo stemma di famiglia. Le finestre del pianterreno avevano inferriate a bizzarri disegni e nel centro vi si ripeteva lo stemma. Una specie di porticato fatto di carpini intrecciati partiva dall'ala sinistra della villa e conduceva a una fontana ormai secca dove le lucertole passeggiavano indisturbate.