Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/308

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e si riposava. Adelaide che aveva seguito con attenta ammirazione i movimenti della vecchia donna senza che questa mai alzasse gli occhi su di lei, in una delle soste più lunghe si fece coraggio e chiese:

— Laura, volete che vi aiuti? Ho osservato quello che voi fate, e forse potrei farlo anch'io.

La vecchia la guardò finalmente, e non rispose. Poi, accatastata dispettosamente la pasta in un grosso mucchio, la coperse con un tovagliolo ed uscì a gran passi sbatacchiando l'uscio.

Adelaide si raccolse presso la finestra e si mise a seguire il volo dei canarini nella gabbiuzza. Il maschio spiccava il volo sempre da destra a sinistra, la femmina, che aveva una zampetta segnata col filo rosso, sempre da sinistra a destra.

Ecco lo stridere della carrozzella del padrigno che Dorotea trascinava al solito posto. Ecco Zia Zelinda che si accoccolava nella poltrona e si metteva a sferruzzare. Senza occhiali, ella faceva dei merletti meravigliosi di finezza, a disegni strani, di sua fantasia; e pur lavorando guardava qua e là, e i suoi occhi curiosi e beffardi si fissavano e rifissavano su Adelaide. Dorotea e Alice andavano e venivano per la casa intente alle loro cure. Ecco il fabbriciere che capitava ogni mattina a prendere il caffè dalla Zia Zelinda. Laura lo introduceva nel tinelletto e richiudeva l'uscio comunicante con la cucina. Ma arrivava fin là la voce nasale della gobba e il ridere compiacente