Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/31

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— E Napoli vi è piaciuto?

— Abbastanza....

— Come, abbastanza? E il mare?... e il Vesuvio?... — esclamò scandalizzato il dottor Fabrizi trinciando ammirativamente l'aria colla mano.

La nuova sposa guardò il marito e arrossì. Folco le aveva insegnato che «una persona fine non deve mai manifestare vivacemente il proprio piacere, nè il proprio disgusto, nè, sopratutto, la propria sorpresa».

Ella finì di sorbire il caffè a occhi bassi, dritta sul busto, senza versarlo sul piattino, correttissimamente.

— Ma avrete bisogno di salire nelle vostre camere, di riposare un po', non è vero? — ammonì il conte Ademaro. — Noi siamo dei grandi egoisti a non ricordarci che avete fatto nove ore di viaggio!....Folco, suvvia, conduci tua moglie nel vostro appartamento!

La contessa Clemenza lasciò passare il figlio e si appoggiò al braccio della nuora. Il cameriere era impietrito col vassoio in mano.

— Cara, — disse la suocera salendo le scale, — voi siete arrivati così improvvisamente, che non si è potuto festeggiare in nessun modo il vostro ritorno. Ma Ademaro vuole presto invitare ad un déjeuner.... a una colazione.... quei pochi parenti che ancora ci restano.... Il tuo corredo è stato combinato così in fretta che tu non hai nessun vestito adatto alla circostanza, ma domani ne ordinerò uno a Torino, e quando l'avrai....