Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/32

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— Oh, signora!

— Chiamami mamma, cara, — corresse la suocera affabilmente; e continuò a bassa voce: — Spero che ti troverai bene con noi. Don Evaristo mi ha detto che tu sei molto pia, molto devota, e questo mi fa tanto tanto piacere. Io conto su di te per richiamare Folco alle pratiche religiose che da tanto tempo trascura.... Se tu potessi ottenere che si confessasse almeno una volta al mese....

— Rosa, Rosa! — chiamò Folco dall'alto delle scale, spalancando l'uscio della camera nuziale. — Ecco il nido!

Giovanna depose sulla tavola una grande scatola di cartone timbrata di ceralacca.

— Signora contessa, deve essere la toilette da Torino.

— Avverti subito la contessina, — disse la contessa Clemenza affrettandosi verso la scatola e tagliando colle forbici lo spago.

Rosa accorse premurosamente.

— Sei contenta, cara? — chiese la suocera sollevando con precauzione le carte veline e togliendo i rigonfi dentro alle maniche.

— È anche troppo bello per me, mamma: — disse la sposa.

Il vestito infatti era molto ricco; di una tinta giovanile, e, «nello stesso tempo», seria, — commentava la contessa Clemenza — di una forma