Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/54

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Dormi, dormi, piccoletto! Vita, non lo destare!

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La vecchia Giovanna corse incontro al dottor Fabrizi non appena sentì le sonagliere della baia da lontano.

Lo raggiunse sotto i carpini in giardino.

— Il bambino va peggio — diss'ella affannosamente — ed anche la contessina sta male; è in uno stato!... Stanotte il contino è rincasato alle tre; pare che fosse brillo, e voleva che la signora andasse a letto, mentre essa, dacchè il piccolo è malato, passa le notti sulla poltrona nella stanza di Teresa. Pare che la signora si sia rifiutata, fatto sta che il contino le ha fatto una scena, le ha detto delle cose.... La signora ha sempre taciuto, con una pazienza da santa, finchè a un tratto il bimbo s'è svegliato di soprassalto piangendo, e allora!... Teresa le dirà meglio. Teresa dice che non ha mai visto la contessina così, lei che è tutta dolcezza, tutta mansuetudine, tutta obbedienza. Pareva una furia. Il conte Ademaro è accorso alle voci, ma ormai il contino se n'era andato, e lei, l'ha trovata svenuta lunga distesa ai piedi della culla. Ora sta meglio, ma è così pallida che sembra una morta. Ah, dottore, che strazio! La sconta, sì la sua fortuna!... Venga, venga presto con me, per carità!