Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/93

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Ma la nonna a cui la visita era sembrata troppo lunga, e che per l'Italia conservava una sacra diffidenza:

— «As-tu pien fermé la borte?... Es-tu sur?... Ils ne seront bas restés dans la maison, tes idaliens?... Il ne seront pas des foleurs?...»

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

«Des voleurs!...» Quella dolce signora che era stata così buona con lui, quella sua compagna semplice e modesta, quel piccolo marinaio che gli aveva stretta la mano con tanta gentilezza!... «Des voleurs!...»

Colpito in pieno petto da quell'ingiuria che lo feriva come se fosse rivolta a lui stesso, Nennè non rispose ed uscì sbatacchiando la porta.

— Infamia! infamia!

Ma che gli importava ormai, che gli importava di nulla e di nessuno, poichè essi sarebbero ritornati? poichè l'immensa, l'inesprimibile felicità si sarebbe rinnovata?...

— Torneremo, — ella gli aveva detto. Ed il fanciullo fidava in lei ciecamente come nella Madonna.

Quante, quante cose aveva dimenticato d'insegnar loro, e voleva, quando tornavano!... Quanti angoli di Norimberga, ignoti agli stranieri, dimenticati dalle guide, piccoli angoli remoti o abbandonati, dove il silenzio la vecchiaia la solitudine parlavano un più forte e più aspro linguaggio!... Cortili di povere case in vecchi quartieri solitari, gemme, che i forestieri non discernevano perchè soffocate sotto