Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/148

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— Voi! domandò Cornelio; e perchè?

— Perchè voi siete uno da cospirare, nuovamente; voialtri scienziati avete commercio col diavolo.

— Ohè! maestro Grifo, non siete stato contento del modo con cui vi ho rimesso il braccio, ovvero del prezzo che vi ho chiesto? disse ridendo Cornelio.

— Al contrario, perbacco! al contrario! mormorò il carceriere; me l’avete rimesso benissimo; vi è sotto qualche stregoneria: in capo a sei settimane io mi serviva del braccio, come nulla mi fosse accaduto. A segno tale che il medico del Buitenhof, che sa il fatto suo, voleva rirompermelo per rimettermelo nelle regole, promettendomi che questa volta starei tre mesi senza potermene servire.

— E voi non avete voluto?

— Ho detto: No. Tanto che con questo braccio possa farmi della croce (Grifo era cattolico) tanto che con questo braccio possa farmi il segno della croce, mi rido del diavolo.

— Ma se vi ridete del diavolo, maestro Grifo, a più forte ragione vi dovete ridere dei sapienti.

— Oh! i sapienti, i sapienti! esclamò Grifo senza rispondere alla domanda; i sapienti! amerei meglio avere da guardare dieci soldati che un solo sapiente. I soldati fumano, bevono, si ubriacano; sono trattabili come pecori, quando si dà loro dell’acquavite o del vino della Mosa; ma un sapiente ha ben altro che fumare, bere, ubriacarsi! Gli è sobrio, stringato, e conserva la sua testa per cospirare. Ma comincio dal dirvi che non vi sarà molto facile il cospirare; onde punti libri, punta carta, punti grimaldelli. Grozio si salvò per i libri.