Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/180

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«Giacobbe aveva detto a mio padre:

— «Perbacco! non è tra gl’impossibili l’assicurarsene!

— «E come?

— «Frugando; e s’egli abbia altri talli, li troveremo, perchè ordinariamente se ne tengon tre.

— Se ne tengono tre! esclamò Cornelio. Ha detto che io avevo tre talli?

— Capite bene, che il detto mi sorprese come ha sorpreso voi. Mi rivolsi.

«Gli erano così occupati che non si accorsero della mia mossa.

— «Ma, disse mio padre, le sue cipollette, non le ha forse in dosso.

— «Allora sotto un qualsiasi pretesto fatelo scendere; e intanto io frugherò la sua stanza.

— Oh! oh! fece Cornelio. Gli è uno scellerato cotesto vostro Giacobbe.

— Ne ho paura.

— Ditemi, o Rosa, continuò Cornelio tutto, pensieroso.

— Che?

— Non mi raccontaste, che il giorno che preparavi la vostra casella, vi aveva costui seguito?

— Sì.

— Che si strisciò come un’ombra dietro i sambuchi?

— Davvero.

— Che pareva contasse ogni zappata?

— Ad una ad una.

— Rosa! disse Cornelio impallidito.

— Ebbene!