Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/272

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— Diavolo! continuò, siam più che pazzi a quel che pare; siamo furiosi!

Grifo fece il molinello col suo bastone; ma senza scrollarsi, seguitò Van Baerle incrociando le braccia.

— Via messer Grifo, che vi salterebbe il ticchio di minacciarmi?

— Oh! sì, ti minaccio! urlò il carceriere.

— Con che?

— Primieramente guarda cosa tengo in mano.

— Un bastone, disse Cornelio con calma, e grosso bene; ma non posso supporre che mi vogliate minacciare con codesto.

— Ah! non lo puoi supporre! E perchè?

— Perchè ogni carceriere, che percuota un prigioniero, si espone a due punizioni; la prima art. 19 del regolamento di Loevestein:

«Sarà espluso ogni carceriere, ispettore e soprastante che metta le mani addossò ad un prigioniero di Stato».

— La mano, disse Grifo fuor di se per la collera, non il bastone. Il regolamento non parla punto di bastone.

— La seconda, continuò Cornelio, la seconda, che non istà registrata nel regolamento, ma che si trova nel Vangelo, la seconda eccola:

«Chi di coltello ammazza convien che muoia.

Chiunque percuota col bastone, sarà rosolato col bastone.»

Grifo sempre più inasprito dal tuono calmo e sentenzioso di Cornelio, brandì il suo randello; ma al momento che alzavalo, Cornelio slanciossi su lui, e glielo strappò di mano, e se lo mise sotto al braccio!