Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/271

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— Eh! signor cantante, non mi date retta?

Cornelio si volse:

— Buon giorno, disse.

E riprese la sua canzone.

Amando, ci uccide
     Ognuno; che solo
     Un fragile filo
     Ci tiene qui al suolo;
Un fil, che la vita
     Qui solo ci allaccia.
     Ma in alto ben alto
     Sporgiamo le braccia;

— Ah! stregone maledetto, tu mi prendi a gabbo! gridò Grifo.

Cornelio continuò:

Al ciel, nostra patria
     Verace, le alziamo,
     Al ciel, donde in terra
     Noi puri scendiamo;
E dove il profumo,
     Nostr’anima vera,
     Soave risale
     Sull’ala leggiera.

Grifo accostossi al prigioniero:

— Tu non vedi dunque che ho preso la buona via per metterti giudizio, e per farti confessare le tue scelleratezze?

— E io ci scommetto che siete impazzato, signor Grifo mio caro? disse Cornelio volgendosi a lui.

E siccome, nel proferire tai detti, vide la faccia alterata, gli occhi scintillanti, la bocca schiumante del vecchio carceriere: