Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/55

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che riprese la sua andata passando sopra a qualche cosa di rotondo e di pieghevole somigliante a corpo d’uomo rovesciato; e che allontanavasi in mezzo alle bestemmie.

— Oh! disse Cornelio, temo non si sia fatto un qualche male.

— Al galoppo! al galoppo! gridò Giovanni.

Ma malgrado quest’ordine il cocchiere ad un tratto fermossi.

— Ebbene? domandò Giovanni.

— Vedete? disse il cocchiere.

Giovanni guardò. Tutto il popolo del Buitenhof appariva alla estremità della strada, che doveva seguire la carrozza, e avanzavasi urlante e fremente come un oragano.

— Ferma e salvati, disse Giovanni al cocchiere; è inutile voler proseguire; noi siamo perduti!

— Eccoli! eccoli! ripeterono mille voci.

— Sì, eccoli, i traditori! gli omicidii! gli assassini! rispondevano a questi quelli che rimasti dietro alla carrozza, la seguivano, portando sulle braccia il corpo pestato di uno dei compagni, il quale avendo voluto avventarsi al morso dei cavalli, era stato da loro rovesciato.

I due fratelli aveano sentito l’intoppo e la scossa della carrozza, passando sopra costui.

Il cocchiere fermossi, ma per quante istanze gli facesse il padrone, non volle salvarsi. In un momento la carrozza rimase in mezzo a quelli che la seguivano e a quelli che venivanle incontro; sicchè in mezzo a quella folla agitata trovossi in un istante come un’isola ondeggiante.