Pagina:E supremi apostolatus (edizione Roma 1903).djvu/10

Da Wikisource.
 
— 8 —
 



grandezza, dissimula i peccati degli uomini1: ma ben tosto, dopo queste apparenti ritirate, scosso quasi forte risorto dall’ebbrezza2, stritolerà il capo dei suoi nemici3; affinchè tutti conoscano che Dio è il re di tutta la terra4, e sappiano le genti che son uomini5.

Tutto questo, Venerabili Fratelli, Noi crediamo ed aspettiamo con fede incrollabile. Ma ciò non toglie che ancor Noi, per quanto a ciascuno è dato, ci adoperiamo di affrettare l’opera di Dio; non già solo pregando assiduamente: Lévati, o Signore, non prenda ardire l’uomo6; ma, ciò che più monta, affermando, con fatti e parole, a luce di sole, il supremo dominio di Dio sugli uomini e sulle cose tutte, di guisa che il diritto ch’Egli ha di comandare e la sua autorità sieno pienamente apprezzati e rispettati. — Il che, non solo ci vien richiesto dal dovere che natura c’impone, ma altresì dal comune nostro vantaggio. Chi è infatti, Venerabili Fratelli, che non abbia l’animo costernato ed afflitto nel vedere la maggior parte dell’umanità, mentre i progressi della civiltà meritamente si esaltano, combattersi a vicenda così atrocemente, da sembrar quasi una lotta di tutti contro tutti? Il deside-

  1. Sap. xi, 24.
  2. Ps. lxxvii, 65.
  3. Ps. lxvii, 22.
  4. Ib. xlvi, 8.
  5. Ib. ix, 20.
  6. Ib. ix, 19.