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dimostrata, alla mia Residenza, da allora in poi. Ripresi alloggio nella stessa casa dove avevo abitato in primavera, via Carlo Alberto, 6, III, di faccia al poderoso palazzo Carignano in cui nacque Vittorio Emanuele, con le finestre che davano sulla piazza Carlo Alberto e, più lontano, sui colli.

Senza indugiare, senza lasciarmi distrarre un solo momento, mi rimisi al lavoro: mi restava da compiere ancora l’ultimo quarto dell’opera. Il 30 settembre, grande vittoria; settimo giorno, ozio d’un dio sulle rive del Po. Lo stesso giorno scrissi anche la prefazione al «Crepuscolo degli idoli» di cui la correzione delle bozze di stampa m’era servita di riposo durante il Settembre. Non ho mai passato un autunno simile, non ho neppure mai immaginato che qualche cosa di simile fosse possibile sulla terra: un Claude Lorrain portato nell’Infinito, ogni giorno d’una uguale, indomabile perfezione.