Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/210

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200 cause che fanno abbondare li regni d'oro e argento

importi eccetto ducati seicentomilia, mentre comprende tutta la robba, o una parte, ancorché fusse la terza o la quarta parte, e aggiungendovi la estrazione? Solo dico maravigliarmi come, conosciutosi questa veritá chiara, dopo abbia possuto entrare uno aperto errore nell’intelletto, che li forastieri con quello che possedono, ritraeno da mercanzie e da industrie, non arrivi piú che a un milione e ducentomilia docati, avendo confessato le cose predette delle entrate sole, che, facendosi il conto all’ingrosso, ascende a molto piú che importa tutta la summa delle robbe che si estraano per fuora Regno. Sí che non occorre altrimenti né occorreva disputare se l’altezza del cambio era la causa della penuria, mentre la causa vera e necessaria, si può dire, che non fa venire denari per l’estrazione, è la predetta, cioè l’entrate, industrie e ritratto di mercanzie di forastieri. Qual veritá, ancorché chiara e conosciuta, non si è appresa dall’intelletto con quella certezza ferma che si dovea, per parerli il remedio tanto difficile, che pare contenga dell’impossibile: perciò si è fuggita e si è andato cercando altra, dove il remedio li è parso non tanto difficile, ma facile e possibile, essendo il proprio della volontá e intelletto rifiutare il discorso di cose impossibili e semplicemente odiose.

Si bene si è detto che, quando non vi fusse stata detta causa, non possea essere l’altezza del cambio causa di penuria e la bassezza d’abbondanza, e si bene da quella veritá fusse manifesta quest’altra per gli effetti che si scorgano, mi ha parso piú che necessario portare l’una e l’altra e tante altre ragioni addotte che si avria possuto far di meno. E per tal rispetto voglio ancora discorrere sopra il particolare che dice di Sicilia, che lo porta per corroborazione della sua opinione: che, non raccogliendosi in quel regno la quarta parte della seta che si raccoglie nel regno di Napoli, con tutto ciò le galere di Genoa, ogn’anno, di agosto, che vanno in Palermo e in Messina, portano cascette di reali per quelle, e in Regno, che se ne fa tanta, non portano un carlino; e assegna la causa che le piazze di Palermo e Messina sono povere, e per quelle non si trova a cambiare somma grossa per la fiera di Piacenza, e con altre