Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/288

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di dante; la pace innalza il prezzo a’ pennacchi, a’ ricami ed alle delizie. E l’assuefazione universale aggiunge o stima o disprezzo alle cose: in modo che si racconta che, per l’abito di duolo portato a Parigi piú d’un anno per la morte di Enrico secondo, non erano scorsi pochi mesi, che gli abiti di seta erano sprezzati, quasi che fosse un uomo di poco conto colui che non avesse l’abito di duolo ad uso della corte; e chi voleva esser creduto di condizione distinta dalla plebe, vestiva lana di duolo e non seta. Or come sta dunque che questo valore delle cose e de’ metalli, con cui le compriamo, debba essere cosi incerto ed incostante? Io non posso spiegarmi abbastanza su questo passo, se non adduco, avanti la soluzione, un altro simile inconveniente nel mondo.

Il tempo è misura del durar delle cose e del moto loro, e il moto è misura del tempo. Se voglio misurare il tempo, io mi servo d’un orologio, o d’acqua, come furono i primi, o da polvere o da ruote o da sole, insomma di qualche stromento che si muova egualmente, quanto è possibile; dal moto di cui dico: — Sono giá scorse tante ore, e tanti minuti passati sono. — Viceversa, se voglio misurar il moto d’una cosa, mi servo del tempo, e dico: la nave aver camminato tante miglia, perché si ha mosso col tal vento o con la tale velocitá, in tante ore, in tanti minuti. Quel cornerò ha camminato tanto piú veloce di quell’altro, perché in tante ore ha fatto piú miglia. E se io non supponessi il moto eguale, non avrei la misura del tempo. Ora, perché ambidue sono incerti, né posso accertarmi delle ore, che siano eguali, né del moto, che sia sempre dello stesso tenore; dove sará quella terza cosa, che misuri il tempo e il moto, ed abbia in sé tale certezza dí misura, che non possiamo di lei dubitare? Mi dicono alcuni questa misura comune essere il moto de’ cieli, anzi non essere il tempo stesso che il moto pure de’ cieli. Sia come a loro piace per ora: perché fino a ricevere il moto del cielo per misura la meno ineguale del tempo, io mi ci ridurrò forse; ma che il tempo non sia altro che questo moto de’ cieli, sicché, cessando i cieli di moversi, cessarebbe d’esser il tempo, non ho ordigni nel mio cervello per capirlo,