Pagina:Elementi di scienza politica (Mosca).djvu/20

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È indiscutibile però che non si possono studiare le tendenze che regolano l’ordinamento dei poteri politici senza tener conto dei risultati che l’Economia politica, questa scienza sorella che ha raggiunto più presto la sua maturità, ha di già ottenuto. Noi lo studio delle tendenze suddette, che forma oggetto di questo nostro lavoro, chiamiamo Scienza politica. Ed abbiamo scelta questa denominazione perchè fu la prima usata nella storia dello scibile umano, perchè ancora non è caduta in disuso1 (1), ed anche perchè il nome nuovo di Sociologia, che, dopo Augusto Comte, si è da molti scrittori adottato, non ha ancora una significazione ben determinata e precisa e, nell’uso comune, comprende tutte le scienze sociali, fra le quali anche le economiche e quelle che hanno per obietto lo studio delle leggi che determinano la delinquenza, anziché quell’una, che ha per suo scopo principale l’esame dei fenomeni, che più propriamente e specialmente si chiamano politici. III. — Una scienza risulta sempre da un sistema di osservazioni fatte sopra un dato ordine di fenomeni con speciale cura, con appropriati metodi e coordinate in modo da giungere alla scoperta di verità indiscutibili, che all’osservazione volgare e comune sarebbero rimaste ignote. Le scienze matematiche forniscono l’esempio più semplice e più facile per porre in luce come si forma il procedimento scientifico. L’assioma è il frutto di un’osservazione accessibile a tutti e la cui verità salta subito agli occhi anche dei profani ; richiamando e coordinando diversi assiomi si arriva alla dimostrazione dei più facili teoremi, e poi, coordinando ancora le verità ricavate da questi teoremi con quelli degli assiomi, si arriva alla dimostrazione di nuovi teoremi più difficili ancora, e la cui verità non si può intuire ne provare da chi in quelle scienze non sia iniziato. Analogamente si procede nella fisica e nelle altre scienze natumilitari, che non si possono esclusivamente spiegare col variare della distribuzione della ricchezza o con la lotta fra il capitale ed i proletari o fra il capitale mobile e l’immobile, come vorrebbe il Loria.

  1. E’ usato, oltre che dal citato Holtzendorff, dal Bluntschli, dal Donnat, dallo Scolari, dal Brougham, dallo Sheldon-Amos, dal De Parieu, dal Pollock e da altri scrittori del secolo decimonono e del ventesimo.