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Pagina:Elogio della pazzia.djvu/57

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44 elogio

e la messe delle più strepitose azioni. Con tutto ciò che cosa potrebbesi immaginare di più stolto della guerra? Due armate si battono (Dio sa per qual ragione) e l’una e l’altra sentono assai più danno che vantaggio della loro animosità. Chi perisce nella guerra qual Megarese1, si conta per nulla. Inoltre, ditemi un poco, qual servigio potrebbero prestare i savj, allorchè gli eserciti sono schierati in ordine di battaglia, e l’aria risuona del rauco squillo delle trombe, e dello strepito de’ tamburi, mentre sfiniti dallo studio e dalla meditazione traggono a stento una vita resa inferma dal poco sangue sottile e freddo che loro circola nelle vene?2. Vi vogliono degli uomini ben tarchiati e materiali, robusti ed audaci, ma di pochissimo talento; sì, vi vogliono appunto di siffatte macchine pel mestiere dell’armi. Chi avrà potuto trattenere le risa alla vista di Demostene vestito alla militare, allorchè seguendo il savio consiglio d’Archiloco3, appena vide il nemico, gettò lo scudo e si pose a fuggire a tutta possa; poco curandosi di mostrarsi con ciò tanto vile soldato, quanto era eccellente oratore?

Voi mi direte, che la guerra esige una somma prudenza: ve lo concedo, ma nei generali, e poi anche questa non è che una prudenza particolare,

  1. Proverbio di Teocrito, nato dalla risposta dell’Oracolo: che i Megaresi non erano nè i terzi, nè i quarti, che cioè non appartenevano ad alcun numero e non aveano alcun valore, ed erano da calcolarsi per nulla.
  2. Segue il concetto d’Aristotile che stima prevalere d’audacia i più scarsi d’ingegno. Il sangue denso onde abbondan i robusti, cresce la vigoria del corpo, ma fa tardo l’ingegno all’incontro il sangue sottile, onde esalano spiriti tenui e sottili, fanno il corpo debole e peritoso, e l’ingegno acuto e timido.
  3. Gli Spartani cacciarono in bando Archiloco, perchè si vantava d’avere in battaglia gettato lo scudo per fuggire più velocemente.