Pagina:Elogio funebre del colonnello Francesco Nullo.djvu/12

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La peste desolando le frontiere della Polonia il Re di Prussia fin dentro il ducato di Posen spinge il suo esercito. L’imperatore di Austria, fingendo di appoggiare i Bar contro la Russia, il medesimo pretesto allega per mandarvi il suo. Così le tre armate straniere la Polonia invadono per farla a brani. I patrioti a quell’inumano tradimento si disperdono, la usurpazione del forte contro il debole propagando invano innanzi al tribunale delle nazioni.

La Imperatrice delle Russie non paga di avere con le altre due potenze una parte della Polonia le dichiara la guerra. Mille combattimenti insanguinano quella eroica terra nel 1792 che con gli sforzi di un popolo oppresso vince lo scettro che la soggioga. Fu allora che Taddeo Kosciusko, giovine di anni, per la sapienza della mente e per la forza del braccio l’ammirazione dell’Europa procacciasi. La diplomazia compisce quello che le armi non possono interamente: un alleanza russo-prussiana suggella un nuovo accordo di divisione. Il tradimento di alcuni patrioti degeneri aggiunge il peso nella bilancia. Un’armata di prussiani vince per il numero soverchiante, tre milioni di polacchi sono aggiunti all’impero moscovita ed alla Prussia altra estensione di terra verso il nord-est si accorda. Quella misera nazione è in preda ai suoi conquistatori, che, a simiglianza di Vandali, la straziano ed opprimono. Altro sangue è sparso -Kociusko, Potoki, Kapustas sono menati a Pietroburgo e cacciati nelle carceri.

Parea che un barlume di speranza sorgesse per la Polonia, quando i valorosi emigrati accolti sotto la bandiera di Francia erano condotti vincitori a Vienna a Berlino a Mosca, ma la santa alleanza la ricacciava di nuovo nell’usato avvilimento.

Nell’anno 30 quando il popolo francese levava il suo grido di libertà, che mai non rimane inascoltato da altri popoli, la Polonia fatto un appello dolorosissimo alle nazioni si leva in arme. Ventotto mila uomini sorgono contro masse di soldati fatti più forti e coraggiosi per le ultime guerre con la Turchia.