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accompagnano con i loro voti, l’Italia tutta palpita per te, come l’amante per la partenza del suo diletto.
E tu, o Francesco, con lo sguardo infocato, con la parola ispirata, con l’animo ardente i tuoi cinquecento spingevi alla pugna. Il tuo cavallo cadeva ferito nella battaglia di Olkucz e tu due volte ferito, nella fronte e nel petto, cadevi con lui. Tu morivi compianto, o generoso e vendicato, perchè morendo gridavi a’ tuoi di andare avanti; ed essi obbedivano, uccidendo.
Il dolore degl’italiani che con te pugnavano fu acerbo e crudele: ti chiamavano a nome singhiozzando: un altro prode mancava all’Italia ed alla Polonia - O Francesco, il tuo nome sarà immortale - Tu morivi per l’indipendenza de’ popoli, per lo diritto delle genti, per la solidarietà delle nazioni!
Allorchè alla madre tua giunse la nuova della tua morte, quante lagrime non dovè versare l’infelice!... Ma questa nuova non dovea giungerle inaspettata. Non fu ella che ti educò all’amore d’Italia fin dagli anni più teneri? Non ti seppe ella combattente, ancor giovane, per la difesa di quella Roma, ove i nostri desideri son volti? Non le furon narrate le tue imprese a Marsala, a Calatafimi, a Palermo, ad Isernia, a Cajazzo? Non le fu detto che tu movevi per la Polonia a combattere il più crudele tiranno che mai altro al mondo? Non le fu noto il tuo coraggio, la tua arditezza, il tuo spirito guerresco? Non conoscea la madre tua che avresti affrontato la morte dovunque?
Nullo, o signori, moriva il giorno 5 maggio, memorando nella istoria per la morte di un grande — in quel mese istesso che era ferito a Calatafimi, nel modo che avea desiderato, da prode — Questa morte sia marchio che la Polonia e le nazioni oppresse suggelli.
Quel sangue ricada sul fronte ai tiranni sordi al grido dei popoli. Da quel sangue risorgano eroi a vendicarlo. La gioventù italiana con quel sangue scriva la libertà delle genti, il regno del diritto e della giustizia, il trionfo del bene sul male, la indipendenza intera dell’Italia nostra, quan-