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Introduzione ix


salutar solo una volta le capanne della valle
     dormenti con espressioni di pace; cari aspetti sereni
che spiravano in segreto piaceri così puri,
     sogni misteriosi, poetici susurri.

Vorrei avere una casa, silenziosa, piccolina
     nella valle nativa che tra i fiori ondeggia,
vorrei guardar come una volta la montagna che s’erge
     e nasconde la fronte tra la nebbia e le nuvole.

Vorrei ancora una volta poter mirare la pianura in fiore
     che gli anni miei giovanili e candidi tessè,
che ascoltò un giorno il balbettar mio infantile,
     che vide i giuochi miei di fanciullo e le mie folli corse.

Il susurro armonioso del ruscello che geme,
    l’inno che il coro degli augelli intona,
la canzone delle fronde che stormiscono in cadenza
    destarono allora nel mio petto un arcano disio.


Se non che a Cernăuți ci recavamo ad un Congresso della nostra Associazione Universitaria, e, se ci fu dato di fare il nostro pellegrinaggio votivo al monastero di Putna, dove riposano le spoglie di Stefano il Grande; non mi fu possibile fare una scappata a Călinești luogo d’origine della famiglia Eminovici e neppure fermarmi ad Ipotești per visitare la casa paterna del poeta. Una fotografia però son riuscito a procurarmela.... Eccola qui dunque, almeno in immagine, davanti agli occhi miei quella casetta, molto più importante per la biografia del poeta di quella di Botoșani, in cui pare ormai assodato ch’egli nacque il 20 decembre del 18491.



  1. «Oggi 20 decembre dell’anno 1849, alle ore quattro e quindici minuti europei, è nato il nostro figliuolo Michele». Così annotava sul foglio di guardia di un antico salterio la nascita dell’immortale figliuolo il căminar Gheorghe Eminovici suo padre, e nessun registro ufficiale può esser considerato miglior documento di questa notiziola affettuosa, in cui si tien conto persin dei minuti, scritta sui fogli di un vecchio salterio. Ritenere che il poeta sia nato a Botoșani il 15 gennaio del 1860 come fanno il Maiorescu e molti
B — Eminescu, Poesie.