Vai al contenuto

Pagina:Eminescu - Poesie, 1927.djvu/140

Da Wikisource.
62 Eminescu


XLV.

DISTACCO.


Ti chiederò, o amore, un segno per non dimenticarti mai?
Ti chiederei te stessa, ma sei forse più tua?

Non il fiore appassito io vorrei tra i capelli tuoi biondi,
poi che la sola mia preghiera è che tu mi dimentichi.

5Perchè mai la sensazione crudele della felicità svanita
non si perde anch’essa, e in eterno rimane la stessa?

Sempre di nuove onde risuona il medesimo rivo,
perchè dunque la stabilità del solo dolore,

se siam destinati a passare in questo mondo
10come il sogno d’un’ombra, o l’ombra di un sogno?

Perchè, d’ora innanzi, tu porteresti la soma delle mie pene,
perchè conteresti gli anni, che volano oltre la morte?

Che io muoia oggi o domani, per me è tutt’uno,
poi che voglio che il mio ricordo muoia nella mente di tutti,

poi che voglio che anche tu dimentichi la felicità che sognammo
quando penserai, o amore, agli anni passati. 15 [insieme,

Sia nera l’ombra nella quale saremo periti
come se mai le nostre strade si fossero incontrate,

come se gli anni belli dei palpiti fosser divenuti deserti.
20Potrai tu perdonarmi d’averti tanto amata?

Col viso volto verso la parete tu mi lasci fra gente estranea
spegner la luce degli occhi sotto le palpebre;

e, quando la terra sarà tornata alla terra,
potrai sapere d’onde sono, chi sono?

25Cantici compassionevoli tra le mura fredde
cercheranno per me l’elemosina dell’eterno riposo,

ma io vorrei che qualcuno, venendomi da presso,
mi susurrasse il tuo nome sulle palpebre chiuse,