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Pagina:Eminescu - Poesie, 1927.djvu/162

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84 Eminescu


145con tutte le incertezze d’un povero spirito tormentato;
più, assai più li attrarranno che quanto avrai pensato!

· · · · · · · · · · ·

Fra i muri e fra gli alberi che dai rami piovon fiori....
come spande la luna piena il suo calmo splendore!

E dalla notte del ricordo quanti desiderii evóca
150privi ormai del lor dolore e sentiti come in sogno,

poiché apre quella porta per cui entriam nel nostro interno
ed evóca mille ombre dopo spenta la candela....

Migliaia di deserti risplendono al lume tuo verginale
e migliaia di boschi rivelan nell’ombra tremolio di sorgenti.

155Su quante migliaia di flutti la tua signoria si stende,
quando navighi sulla mobile solitudine dei mari!

E su tutti quanti al mondo son soggetti al Destino
egualmente impera il raggio tuo e il genio della Morte!


LXIV.

EPISTOLA II.


Domandi perchè la penna oziosa mi resti?
perchè il ritmo non mi tenta a sottrarmi ad altre cure?

Perchè mai, dimenticati, dormon fra gialle pagine
giambi ascendenti, trochei, dattili saltellanti?

5Se tu sapessi il problema della vita, con cui lotto,
vedresti che avrei persino ragione di troncarla.

Mi domando: perchè mai cercherei in giusta lotta
di versare in forma nuova l’antica lingua e saggia?

Questi arcani sentimenti che mi dormon nella zucca
10dovrei venderli al minuto quasi fondi di bottega?

O dovrei stillarmi il capo a trovar loro una forma,
per poi scriver le sciocche storie che il pubblico domanda?