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Pagina:Eminescu - Poesie, 1927.djvu/186

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108 Eminescu


un paggio che regge lo strascico
      dell’imperatrice,
figlio adottivo e trovatello
      180ma d’occhi audace,

con le guance come due peonie
      rosse, lo sfacciatello
si nasconde a far la posta,
      la posta a Catalina.

185Oh come bella divenne
      e superba la monella!
Su, Catalino! ora è il momento
      di tentar la fortuna!

E mentre passa la spinge pian piano
      190in un angolo in fretta:
Ma.... che vuoi? Finiscila, Catalino!
      Via, lasciami! Bada ai fatti tuoi!

Che voglio? Voglio che tu non istiì
      soprappensiero sempre,
195che rida più spesso e mi dii
      un bacio, uno solo!

— Ma.... se neppur so che vuoi dire!
      Lasciami stare, vattene!
Purtroppo è dell’astro del cielo
      200ch’io mi consumo e muoio!

— Se non sai, potrei insegnartelo
      io l’amore, punto per punto,
ma solo che tu non t’adiri,
      e lasci fare a me per benino!

205Come il cacciatore tende tra i rami
      a gli uccelli la rete,
quand’io ti tenderò le braccia,
      tu stringimi fra le tue;

e gli occhi tuoi immobili
      210rimangano sotto i miei;