Vai al contenuto

Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/218

Da Wikisource.
212 ivon


Questa reticenza, invece, di produrre sulla levatrice l’effetto che Stambecchi si aspettava, gli fu nociva.

La levatrice non capi la delicatezza del marchese di Filadelfia, si mise di nuovo in sospetto e lo guardò con diffidenza. Le puzzava di imboscata tutto quel rigiro di frasi e di precauzioni.

— È dunque una cosa pericolosa - disse quella che lei mi cerca?

— Tutt’altro! - rispose Stambecchi - Che pericolo vuol mai che ci sia, se noi c’intenderemo a quattr’occhi e se abbiamo la stessa ragione di tener celati i fatti nostri? Lei sa benissimo che, in ogni caso, tanto può valere il mio sì come il suo no.

— Ebbene, insomma, di che si tratta?

— Io avrei bisogno di un bambino appena nato.

— Per far che cosa?

— Per adottarlo.

La levatrice diede al marchese di Filadelfia un nuovo sguardo scrutatore. Poi disse:

— Se lei non si spiega meglio, io non posso darle risposta.

— Si tratterebbe di fare, insomma, quello che lei ha già fatto per la contessa Rocca-Serena.