Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/222

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— Andiamo, via, mi dica questa somma. E cento più, cento meno, a me non importa.

— Io, già, dico il vero, non potrei a meno di otto mila lire...

— Vada dunque per le otto mila lire. Io le dico la verità, credevo ch’ella mi dovesse chiedere molto di più.

La levatrice si morse le labbra e si diede internamente della minchiona.

— E per che giorno avrebbe bisogno di questo bambino?

— Fra quindici giorni al più tardi.

— Quindici giorni! Madonna santa! Ma perchè allora è venuto da me soltanto adesso?

— Che vuole! Sono arrivato a Milano da due giorni solamente.

— In quindici giorni sarà molto difficile che io lo serva.

— Però non impossibile?

— Sicuro che non c’è niente di impossibile a questo mondo! Ma è tardi, tardi, tardi...

— Eppure, la contessa mi disse che il piccolo Eleuterio gliel’ha trovato in pochi giorni.

— E dàlli! - sclamò la levatrice - Ma in grazia, confidenza per confidenza, ella sarebbe mai l’amante dell’Annetta?

— Faccia conto che io lo sia.