Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/223

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— Ma allora come fa a cercar un bambino per un’altra donna?

— Mio Dio! - sclamò Stambecchi, abbassando il capo - metta che questa donna fosse la principessa mia sorella...

— Ah! - sclamò, tirando il fiato in bocca, la levatrice - allora non parlo più.

— Quand’è, dunque, che io potrei tornare per avere una risposta decisiva? Altrimenti sarei obbligato di rivolgermi a un’altra levatrice.

— No, no, so bene ch’ella mi burla. Lei andrebbe a compromettersi inutilmente. Quello che possono fare le altre lo posso fare anche io. Torni dopo domani, e spero di averle trovato quello che le farà bisogno. Ho già messo gli occhi su una certa... Basta, torni dopo domani.

— E che cosa dovrò dire alla contessa?

— Alla, contessa... Ma... me la saluti tanto e le dica di esser prudente.

Stambecchi era tutt’altro che contento del risultato della sua visita; ma quell’ultima frase lo rianimò.

— Glielo dirò - disse, accennando di accomiatarsi - ma creda pure che sarebbe un consiglio inutile, giacche le confidenze fatte a me sono più segreto di quelle che si fanno al con-