Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/246

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— Lei conosce un certo marchese di Filadelfia?

— Marchese di Filadelfia? Io no.

— L’avrei scommesso! - sclamò la Marchisella giungendo le mani in atto di sconforto.

— Che è successo...? mi dica... presto! Non mi faccia penare.

— Non l’ha mai neanche sentito a nominare, forse?

— Io no, le dico, no. Che figura ha?

— Un bell’uomo, per questo! Capelli, baffi e pizzi biondi come un inglese.

— Niente, niente. Io non conosco che dei neri, o dei giovinetti senza barba.

— Ma come ha avuto allora il suo biglietto di visita?

— Oh che minchiona! - sclamò la contessa - Niente di più facile che avere un biglietto di visita di chicchessia. Io non ne faccio un grand’uso, ma, si sa, qualcuno a fine o principio d’anno lo mando anch’io. L’avrà trovato in casa di qualche mia amica...

— Ah, Dio Dio Dio! E il cuore me lo diceva di non fidarmi, me lo diceva!

— Come? Lei avrebbe raccontato, forse?..

— No, grazie a Dio, non ho detto nulla, nulla. Eh questo poi, diamine! Anzi ho negato sempre, e su questo egli non può avere