Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/295

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— Ha udito? - ripigliò il presidente con visibile compiacenza, rivolto alla Evanieff.

— Ma non ha osato guardarmi in viso! - sclamò Ida rimettendosi sulla sedia con un inenarrabile sorriso di disprezzo.

La folla con un lieve grugnito mostrò di dar ragione alla levatrice.

— Bene - fece il presidente, dopo breve silenzio - ora, signora, dia ascolto a me e risponda alle domande che le verrò facendo.

La notte in cui sarebbe accaduto il reato e in cui, secondo lei, si sarebbe sgravata del bambino, chi c’era nella sua camera da letto?

— Il duca Raimondo Delpardo e la mia cameriera.

— E ci stettero finchè il bambino ebbe veduta la luce?

— No. Io pregai il duca di uscire appena la levatrice fu entrata.

Il grugnito della folla ostile alla imputata si fece più accentuato.

n presidente ne approfittò.

— E non le pare - diss’egli - che questa circostanza debba indurre nella giustizia un molto ragionevole sospetto?

— Io non so se la giustizia abbia o non abbia ragione di sospettare su un fatto che