Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/46

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— Ma allora - notò ridendo la fanciulla trovo inutilissimo il venirci io stessa. Dal momento che lei è conosciutissimo, che bisogno c’è ch’io mi faccia vedere?

Il giovane si morse le labbra, si diede coscienziosamente dell’asino, e non potè a meno che risponderle:

— Questo, poniamo, è vero!

Il punto critico per la Ida era sorpassato. Ella aveva già capito che il giovine non era pericoloso, e che poteva prendersi con lui tutte le libertà della civetteria, tanto care alle donne.

Sentendosi al sicuro, le venne il capriccio di fargli fare una gran dichiarazione coi fiocchi.

Giacchè, noi donne, siamo fatte cosi! Finchè non siamo certe che lo sconosciuto che mostra di volerci fare la corte è dammeno di noi, stiamo in guardia e lo teniamo molto alla larga, andiamo coi piedi di piombo.

Ma non appena ci accorgiamo ch’egli è della pasta con cui si può far gnocchi, e non temiamo ch’egli prenda su noi il sopravvento, allora non ci lasciamo mai sfuggire il gusto supremo di innamorarlo di noi in pochi tratti, per godere l’incenso che esala dal braciere che noi ci divertiamo ad at-