Pagina:Emma Perodi - Roma italiana, 1870-1895.djvu/336

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Il 1884.


Il grande pellegrinaggio nazionale al Pantheon — La morte di Quintino Sella — Il concorso per il monumento a Vittorio Emanuele — Dissensi in Campidoglio — Il rimpasto del Gabinetto — Il Derby reale — Il Consiglio dell’ammiragliato — L’attentato al treno reale — Propaganda Fide e i dissidii col Vaticano — Morte di Cardinali — Nuove costruzioni — La camorra per i terreni — Il concorso per il Policlinico — La morte di Giovanni Prati — Le elezioni amministrative e i disordini alla chiesa della Minerva — Le Forche Caudine — Alfredo Baccelli e Sbarbaro — La condanna di Sbarbaro — Le dimissioni del ministro Ferracciù — Il colera — Il Re a Napoli — Il ritorno del Re — Onori al Re in Campidoglio — La legge per Napoli — Il Principe di Napoli alla Scuola di Guerra — Il Concistoro — L’arresto di Pietro Sbarbaro.


Roma, nei primi giorni dell’anno era piena del nome del Gran Re. La discussione si era aperta sul nuovo concorso dei bozzetti per il monumento, esposti nel palazzo delle Belle Arti; le ceneri di Vittorio Emanuele dovevano esser traslate dalla tomba provvisoria in quella definitiva, dove sono adesso; il grande pellegrinaggio nazionale incominciava a giungere. Il primo, il più importante giunse per il 9 gennaio, giorno della solenne commemorazione, ed era formato dai pellegrini delle provincie di Roma, Napoli, Macerata, Chieti, Padova, Rovigo, Sassari, Benevento, Milano, Como, Siracusa, Lodi, Pavia, di tutte le parti d’Italia insomma, e anche delle lontane colonie, ove il culto del Gran Re era vivo come da noi. E tutti quei pellegrini recavano corone di fiori, di bronzo, d’argento e d’oro. La più ricca fu quella degli ufficiali della territoriale disegnata da uno dei donatari, il Rosa, ed eseguita dal Pocaterra.

Centinaia e centinaia di stendardi sventolavano su tutto il percorso del corteo e le musiche delle diverse provincie empivano l’aria delle meste note delle marce funebri. Ogni comune importante aveva recato i propri valletti e i propri gonfaloni. Il Corteo durò a sfilare per sei ore e mezzo fra una folla compatta, eppure non accadde nulla. Solo un pazzo, un certo Covola, parrucchiere, il quale salito sulla fontana di fronte al Pantheon si mise a declamare tenendo in mano un ritratto di Vittorio Emanuele, destò un certo scompiglio. Le guardie dovettero entrare nell’acqua per afferrarlo, ed egli, prima di farsi prendere, si dette tre forbiciate al petto, che esponeva nudo alla brezza invernale.

Gli altri due pellegrinaggi si fecero il 15 e il 22 gennaio e riuscirono imponenti quanto il primo.

Il Re ricevè al Quirinale la presidenza del Comitato Centrale del pellegrinaggio, delle colonie estere e dei comitati delle provincie. Le colonie che avevano partecipato al pellegrinaggio erano