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un brindisi alla felicità di Umberto di Savoia, che con la civiltà e l’umanità sua consola anche il repubblicano di averlo per Re».

Il municipio di Roma in memoria della visita a Napoli, pose questa lapide in Campidoglio, la cui epigrafe fu dettata dal professore Gnoli:


S. P. Q. R.
a ricordare ai posteri
che re umberto i
nel settembre 1884
accorreva a napoli
afflitta dall’epidemia colerica
recando negli ospedali e ne’ tuguri
coraggio, consolazione, soccorso
e vi restava finchè il morbo non declinava
fra le benedizioni di tutta italia
per lui trepidante
roma
lieta di risalutarlo incolume
superba del suo re
interprete della riconoscenza universale
pose

La deputazione provinciale, della quale facevano parte diversi consiglieri clericali, volle anch’essa presentare al Re un indirizzo, che fu redatto dal marchese Ferraioli. Fra i consiglieri che lo presentarono, dopo il ritorno dei Sovrani a Roma, mancavano soltanto il Tittoni, ammalato, e il conte Paolo di Campello, assente, il quale telegrafò scusandosi e dicendo di esser dolente di non poter fare in persona omaggio al Re.

Il ritorno dei Sovrani a Roma provocò una grande dimostrazione popolare, alla quale partecipo anche la provincia. Il Depretis era ammalato in quel tempo, e non lievemente, perchè gli attacchi di gotta non gli davano quasi più tregua, e il Re andò subito da lui e si trattenne lungamente, domandandogli in special modo se i ministri avevano preparata la legge per Napoli, che voleva veder discussa subito. Fu creata una medaglia d’oro speciale per il colera, e il Re ne insigni il duca d’Aosta, il cardinal Sanfelice, il prefetto di Napoli, conte Sanseverino-Vimercati, il sindaco Amore, i vicesindaci marchese di Campodisola e marchese di San Marco, gli on. Bonomo, de Zerbi e Capo, il cav. de Nobili, funzionante da sindaco di Spezia, che era morto di colera, e per questo la medaglia venne consegnata alla famiglia, l’assessore municipale de Bonis, e il signor Matteo Schilizzi.

La legge per Napoli fu votata dalla Camera prima delle vacanze, e le convenzioni ferroviarie, discusse in parte, e avendo acquistato maggior probabilità di essere approvate, rimasero in sospeso. Il generale Ricotti, al ritorno del Re, era stato nominato ministro della guerra invece del Ferrero, quella nomina aveva molto rafforzato il gabinetto.

Il Principe di Napoli, che in primavera si era meritata la cifra reale, come alunno del Collegio