Pagina:Eneide (Caro).djvu/241

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200 l’eneide. [145-169]

145Lieti colmâr di doni i santi altari:
Altri di lor le vittime immolaro,
Altri cibi ne féro; e tutti insieme
Sul verde prato a convivar si diero.
     Era già ’l nono destinato giorno
150Sereno e lieto a l’orïente apparso,
E già la vaga fama e ’l chiaro nome
Avea d’Aceste convocati intorno
I vicin tutti, e pieni erano i liti
Di gente, cui traea parte vaghezza
155Di vedere i Troiani, e parte ardire
Di provarsi con loro. In prima esposti
Con pompa riguardevole e solenne
Furo in mezzo del circo armi indorate,
Purpuree vesti, e tripodi e corone,
160E più guise d’arnesi e di monete
D’argento e d’oro, e palme ed altri premii
Di vincitori. Indi sonora tromba
D’alto diè segno ai desiati ludi,
E dal mar cominciossi. Avean di tutta
165La teucra armata quattro legni scelti
Più di remi e di remigi guarniti,
E di tutti più destri. Un fu la Pistri,
E Memmo la regea: Memmo che poi
L’Italo fu nomato, e diede il nome


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