Pagina:Eneide (Caro).djvu/304

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[445-469] libro vi. 263

445Pende canuta barba. Ha gli occhi accesi
Come di bragia. Ha con un groppo al collo
Appeso un lordo ammanto, e con un palo,
Che gli fa remo, e con la vela regge
L’affumicato legno, onde tragitta
450Su l’altra riva ognor la gente morta.
Vecchio è d’aspetto e d’anni; ma di forze,
Come dio, vigoroso e verde è sempre.
     A questa riva d’ogn’intorno ognora
D’ogni età, d’ogni sesso e d’ogni grado
455A schiere si traean l’anime spente,
E de’ figli anco innanzi a’ padri estinti.
Non tante foglie ne l’estremo autunno
Per le selve cader, non tanti augelli
Si veggon d’alto mar calarsi a terra,
460Quando il freddo gli caccia ai liti aprichi,
Quanti eran questi. I primi avanti orando
Chiedean passaggio, e con le sporte mani
Mostravan il disio de l’altra ripa.
Ma il severo nocchiero, or questi or quelli
465Scegliendo o rifiutando, una gran parte
Lunge tenea dal porto e da l’arena.
     Enea la moltitudine e ’l tumulto
Meravigliando, Ond’è, vergine, disse,
Questo concorso al fiume? e qual disio


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