Pagina:Eneide (Caro).djvu/380

Da Wikisource.
[970-994] libro vii. 339

970Qui si vede cavar elmi e celate;
Là torcere e covrir targhe e pavesi;
Per tutto riforbire, aüzzar ferri,
Annestar maglie, rinterzar corazze,
E per fregiar più nobili armature,
975Tirar lame d’acciaio, fila d’argento.
Ogni bosco fa lance, ogni fucina
Disfà vomeri e marre, e spiedi e spade
Si forman dai bidenti e da le falci.
Suonan le trombe, dassi il contrassegno,
980Gridasi a l’armi: e chi cavalli accoppia,
E chi prende elmo, e chi picca, e chi scudo
Questi ha la piastra, e quei la maglia indosso
E la sua fida spada ognuno a canto.
     Or m’aprite Elicona, e di conserto
985Meco il canto movete, alme sorelle,
A dir qual regi e quai genti e qual’armi
Militassero allora, e di che forze,
E di quanto valore era in quei tempi
La milizia d’Italia. A voi conviensi
990Di raccontarlo, a cui conto e ricordo
De le cose e de’ tempi è dato eterno:
A noi per tanti secoli rimasa
N’è di picciola fama un’aura a pena.
     Il primo, che le genti a questa guerra


[632-647]