Pagina:Eneide (Caro).djvu/384

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[1070-1094] libro vii. 343

1070I bianchi cigni, e le distese gole
Disnodar gorgheggiando, e far di tutti
Tale una melodia, che di Caistro
Ne suona il fiume e d’Asia la palude.
Nè pur un si movea di tanta schiera
1075Da la sua fila, in ciò lo stuol sembrando
De’ rochi augelli allor che di passaggio
Vien d’alto mare, e come intera nube
A terra unitamente se ne cala.
     Ecco di poi venir Clauso il sabino,
1080Di quel vero sabino antico sangue;
Ch’avea gran gente, e la sua gente tutta
Pareggiava sol egli. Il nome suo
Fece Claudia nomare e la famiglia
E la tribù romana allor che Roma
1085Diessi a’ Sabini in parte. Era con lui
La schiera d’Amiterno e de’ Quiriti
Di quegli antichi. Eravi il popol tutto
D’Ereto, di Mutisca, di Nomento
E di Velino, e quei che da l’alpestra
1090Tètrica, da Sevèro, da Caspèria,
Da Fòruli e d’Imella eran venuti:
Quei che bevean del Fábari e del Tebro;
Che da la fredda Norcia eran mandati;
Le squadre degli Ortini, il Lazio tutto,


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