Pagina:Eneide (Caro).djvu/518

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[720-744] libro x. 477

720E, ciò detto, si mosse e fiero in mezzo
Presentossi del campo. Un giel per l’ossa
E per le vene agli Arcadi ne corse.
E Turno dalla biga con un salto
Lanciossi a terra: ch’assalirlo a piedi
725Prese consiglio. E qual fiero leone
Che, veduto nel pian da lunge un toro
Con le corna a battaglia essercitarsi,
Dal monte si dirupa e rugge e vola,
Tal fu di Turno la sembianza a punto
730Nel girgli incontro. Il giovine che meno
Avea di forze, s’avvisò di tempo
Prender vantaggio, e di provare osando,
S’aver potesse in alcun modo amica
Almen fortuna; e già ch’a tiro d’asta
735S’eran vicini, al ciel rivolto disse:
Ercole, se ti fu del padre mio
L’ospizio accetto, e la sua mensa a grado,
Allor che peregrin seco albergasti,
Dammi, ti priego, a tanta impresa aita,
740Sì che Turno egli stesso in chiuder gli occhi
Veggia e senta, morendo, ch’a me tocca
Vincere e spogliar lui d’armi e di vita.
     Udillo Alcide, e per pietà che n’ebbe
Nel suo cor se ne dolse e lacrimonne,


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