Pagina:Eneide (Caro).djvu/550

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[70-94] libro xi. 509

70Ah! non fec’io queste promesse allora
Al buon Evandro, ch’a l’acquisto venni
Di questo impero. E ben temette il saggio,
E ben ne ricordò che duro intoppo,
E d’aspra gente, avremmo. E forse ancora
75Il meschino or fa voti e preci e doni
Per la nostra salute, e vanamente
Vittoria s’impromette. E noi con vana
Pompa gli riportiam questo infelice
Giovine di già morto, e di già nulla
80Più tenuto a’ celesti. Ahi sconsolato
Padre! vedrai tu dunque una sì cruda
Morte del figlio tuo? Questo ritorno,
Questo trionfo, oimè! d’ambi aspettavi?
E da me questa fede? Oh pur, Evandro,
85Nol vedrai già di vergognose piaghe
Ferito il tergo; e non gli arai tu stesso
(Se con infamia a te vivo tornasse)
A desiar la morte. Ahi quanto manca
Al sossidio d’Italia, e quanto perdi.
90Mio figlio Iulo! E, posto al pianto fine,
Ordine diè che ’l miserabil corpo
Via si togliesse; e del suo campo tutto
Scelse di mille una pregiata schiera
Che scorta gli facesse e pompa intorno,


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