Pagina:Eneide (Caro).djvu/603

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562 l’eneide. [1395-1419]

1395E de le madri che dogliose grida
Ne facean da le torri e da le mura,
Da l’impeto cacciati o da la calca
Precipitâr ne’ fossi, e giù da’ ponti
Cadder sospinti; ed altri ne la fuga
1400Da’ sfrenati cavalli e da la cieca
Lor furia trasportati, a dar di cozzo
Gîr ne le chiuse porte. In su’ ripari
Ancor le donne (che le donne ancora
Il vero della patria amore infiamma),
1405Come giunte a l’estremo, allor che morta
Vider Camilla, il feminil timore
Volgono in sicurezza, e sassi e dardi
Lanciando, e con aguzzi inarsicciati
Pali il ferro imitando, osano anch’elle
1410Per la difesa delle patrie mura
Gír le prime a morir morte onorata.
     A Turno intanto ne le selve arriva
Acca, la già spedita messeggiera,
Con l’amara novella; un gran tumulto
1415Portando, che l’essercito è sconfitto,
Morta Camilla, annichilati i Volsci,
E i Teucri d’ogni cosa impadroniti
Stanno in campagna col favor che porta
Seco de la vittoria il corso e ’l nome;


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