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Pagina:Eneide (Caro).djvu/636

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[770-794] libro xii. 595

770Subito trabocconne. Ed ella in vece
E ’n sembianza di lui, lui stesso al corpo,
A l’armi, a la favella, ad ogni moto
Rassomigliando, in seggio vi si pose,
E ne prese le redini, e lo resse.
     775Qual ne va negra rondine alïando
Per le case de’ ricchi, allor che piume
E fuscelletti al cominciato nido
Quinci e quindi rauna, o picciol’esca
A’ suoi loquaci pargoletti adduce;
780Che sotto ai porticali e sopra l’acque,
E per gli atri volando e per le sale
Or alto or basso si travolve e gira:
Cotal Iuturna il campo attraversando
Per ogni parte si spingea col carro
785E co’ destrieri infra i nemici a volo,
Sovente a loco a loco il suo fratello
Vincitor dimostrando, e non soffrendo
Che punto dimorasse, o ch’a rincontro,
O pur vicino al gran Teucro ne gisse.
790Enea da l’altro canto incontro a lui
Volgendo, e rivolgendo, e fra le schiere
Così com’eran dissipate e sparse,
Indarno ricercandolo, il chiamava
Ad alta voce. E mai gli occhi non torse


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