Pagina:Eneide (Caro).djvu/641

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600 l’eneide. [895-919]

895Qui cader t’era dato. Appo Lirnesso
Altamente nascesti: appo Laurento
Umil sepolcro avesti. Eran già tutti
Quinci i Latini e quindi i Teucri a fronte,
E tra lor mescolati Asíla e Memmo,
900E Seresto e Messápo, e le falangi
Degli Arcadi e de’ Toschi, ognun per sè,
E tutti insieme con estrema possa,
Con estremo valor senza riposo
Facean mortale e sanguinosa mischia.
     905Qui nel pensiero al travagliato figlio
Pose Ciprigna di voltar le schiere
Subitamente a le nimiche mura,
E con quel nuovo, inopinato avviso
Assalir, disturbare, e l’oste insieme
910E la città por de’ Latini in forse.
E sì come, di Turno investigando,
Volgea le luci in questa parte e ’n quella,
Vide Laurento che non tocco ancora
Stava da tanta guerra immune e scevro.
915E da l’occasïon subitamente
Preso consiglio, a sè Memmo, Seresto
E Sergesto chiamando, indi vicino
Sovr’un colle si trasse, ove de’ Teucri
919A mano a man si raunâr le schiere.


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