95Se le menti eran sane, avea quel colpo
Già commossi infiniti a lacerarlo,
E del tutto a scovrir l’agguato argolico:
Ond’oggi e tu, grand’Ilio, e tu, diletta
Troia, staresti. Ma si vide intanto 100De’ pastor paesani una masnada
Venir gridando al re, ch’ivi era giunto,
E trargli avanti un giovine prigione
Ch’avea dietro le mani al tergo avvinte.
Questi era greco; e da’ suoi Greci avea 105Di salvare il destrier, d’aprir lor Troia
Assunto impresa; e per condurla, a tempo
Ascosto, a tempo a quei pastori offerto
S’era per sè medesmo, in sè disposto
E fermo di due cose una a finire, 110O quest’opra, o la vita. A ciò concorso,
Per disio di vedere, il popol tutto
Dal caval si distolse, e diessi a gara
A schernire il prigione. Or ascoltate
Le malizie de’ Greci: e da quest’uno 115Conosceteli tutti. Egli nel mezzo
Così com’era a le nemiche schiere,
Turbato, inerme e di catene avvinto,
Fermossi: e poi che rimirolle intorno,
Con voce di pietà proruppe, e disse: