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la meccanica 239

ricondurre più tardi il riconoscimento di codesta indipendenza alla esplorazione del campo di forze in cui avviene il moto.

Ora se s’immagina di avere direttamente definito la classe dei movimenti anzidetti, si possono definire come «uguali» le masse di corpi chimicamente riducibili, che possano sostituirsi in quei movimenti.

E l’importante è che questa definizione si estende al caso di corpi qualunque, perchè sussiste il seguente

Postulato della massa. Allorchè il movimento di un punto materiale A è indipendente dalle condizioni fisico-chimiche del mobile, si può, senza alterare il movimento, sostituire ad A un corpo formato da un’altra qualità di materia, presa in un rapporto quantitativo determinato con A.

In base a questo postulato si definiranno come uguali le masse di corpi chimicamente irriducibili che possano sostituirsi nei movimenti considerati, e si giungerà alla definizione generale della massa, risolvendo l’arbitrarietà che in essa rimaneva.

Il postulato della massa afferma in sostanza «l’indipendenza del moto dalla qualità della materia che si muove». Ma codesta indipendenza è subordinata a condizioni di cui si è tenuto conto nell’enunciato, e che si possono determinare in modo più espressivo in base alle considerazioni seguenti.

Se ci rappresentiamo le forze che in ogni istante agiscono sui corpi in movimento, possiamo supporre che queste dipendano dalla qualità di materia dei corpi stessi o dal loro stato fisico; ma ammettiamo poi che il movimento risulti indipendente dalla qualità di materia, in quanto questa non modifichi le forze considerate.

Questo criterio rende più precisa l’applicazione del nostro postulato di sostituibilità. P. es., un punto A viene tirato da un filo elastico; in questo caso la forza non dipende dalla natura di A, quindi si deve ammettere che anche il moto segua ugualmente se ad A si sostituisca un altro punto materiale B, presa la quantità della materia di B in quella misura che costituisce una massa uguale ad A. Ora il postulato deve interpretarsi nel senso che le due masse di A, B riconosciute uguali nell’esperienza anzidetta, potranno venire surrogate l’una all’altra in un altro qualsiasi fenomeno di movimento, sotto le condizioni sopra notate. P. es., una molla preme su A, anche qui la forza non dipende dalla natura di A, quindi il moto di A deve seguire ugualmente come quello di B, quando questo corpo (invece di A) venga soggetto alla pressione della medesima molla.

Invece se A è una sfera elettrizzata in vicinanza di un’altra sfera analoga, sopra A agisce una forza dipendente dallo stato del corpo medesimo; in questo caso la sostituzione di B ad A, altera le forze e quindi anche il movimento corrispondente.