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286 capitolo vi

vi si connette una certa localizzazione e quindi una disponibilità dei fenomeni stessi; speciale importanza sotto tale riguardo hanno i corpi solidi, che fungono anche da recipienti per i liquidi e per i gas.


Ora la disponibilità della materia corrisponde ad una serie di invarianti sovrapposti, relativi a gruppi di trasformazioni fisico-chimiche; la massa è uno di questi invarianti, relativo, al gruppo di tutte le trasformazioni suddette; certi campi di forze che riattacchiamo ad un corpo, p. es. le attrazioni newtoniane, hanno pure un senso relativamente invariante. E queste invarianze si esprimono dicendo che per un corpo isolato la massa è costante ecc., dove l’isolamento è un’ipotesi fittizia che rende un’astrazione in forma semplificata.

Accanto agli invarianti suddetti, ed anzi più generale di essi, si presenta l’energia, cioè la somma delle varie energie, di un sistema isolato.

Il significato dell’energia stessa può essere definito, in virtù delle varie trasformazioni possibili, riducendosi per equivalenza ad una forma determinata, sia p. es. ad un lavoro, che corrisponde allora direttamente ad un determinato gruppo di sensazioni tattili-muscolari, e può essere apprezzato più precisamente mediante opportuni istrumenti.

Ora la scuola che ha trovato in Ostwald il suo teorizzatore muove dalla veduta fondamentale che l’energia possa essere riguardata come un oggetto al pari della materia, che anzi questa debba essere ritenuta come una forma particolare di energia.

La tesi ha sollevato alte grida. Si è parlato di immaterialità della materia e di materializzazione dell’energia, come se sotto queste parole si nascondesse un fatto di capitale importanza, e si è invocato il senso comune; prudente salvaguardia per chi vuol risparmiarsi la critica delle espressioni scientifiche!

Il vero è che le espressioni sopra riferite non coprono alcun dubbio di fatto, e che la veduta energetica non vuol per nulla cambiare la realtà, ma soltanto modificare le immagini che ce ne formiamo, o meglio le immagini che ricorrono nello studio astratto dei rapporti fisici, imperocchè le intuizioni della materia non vengono certo bandite dalla interpretazione concreta della teoria.

La critica del concetto di materia che sta a base della veduta energetica, e la concezione dell’energia come di un «oggetto», non possono dar luogo ad alcuna giustificata obiezione. Ma si può discutere soltanto circa il valore di queste immagini in confronto a quelle suggerite dall’idea della materia, ed in particolare alle immagini atomiche.

Gli energisti ritengono assorbite nel concetto della energia tutti gl’invarianti parziali connessi alla materia, ed in ispecie la invarianza della massa. Essi respingono d’altra parte ogni rappresentazione atomistica.

Queste vedute non ci appariscono sufficientemente giustificate; ed è notevole che mentre la teoria atomica conserva un ufficio importante nella Chi-